I modelli economico aziendali, che i professionisti sono chiamati a definire per le aziende, esplicano la loro massima utilità solo nel momento in cui possono essere implementati in maniera rapida, efficace e poco costosa.
Tale aspetto, per certi versi scontato, necessita di ben altra attenzione se si considera il fatto che l’implementazione non può prescindere da una profonda interazione e integrazione tra il modello disegnato dall’aziendalista ed il sistema informativo ed informatico presente in azienda.
La descritta necessità comporta, o dovrebbe comportare, l’intervento di figure con competenze di carattere informatico a supporto del professionista incaricato della definizione del modello, il quale dovrebbe, a sua volta, essere in grado di esporre tutte le esigenze e le peculiarità della soluzione disegnata nella maniera più chiara e “informatica” possibile.
Di frequente, tale fase di individuazione ed esplicitazione delle esigenze viene vista dall’azienda come un’attività non di competenza del professionista aziendale, bensì da affidarsi interamente ed esclusivamente al consulente informatico esperto del software applicativo selezionato, spesso senza che tra i due professionisti coinvolti si instauri un reale e proficuo rapporto collaborativo volto all’ottenimento del miglior sistema informatico in grado di rappresentare il miglior modello economico aziendale.
Si pensi a quanto sempre più di frequente accade nell’ambito di progetti di sviluppo di sistemi di reportistica: a fronte di un’esigenza informativa (e non informatica) espressa dall’azienda, la conseguente definizione e implementazione della soluzione viene vista come un incarico di natura prettamente informatica da affidare a figure tecniche, delegando il compito di individuare, definire e validare le informazioni e le logiche di analisi sottostanti.
Quest’ultima attività, come ben si può comprendere, dovrebbe essere invece ad appannaggio di esperti aziendalisti, al fine di ottenere un modello di analisi completo, mirato e consapevole delle informazioni necessarie alla soddisfazione dell’esigenza informativa espressa.
L’esempio esposto evidenzia come attualmente la professione dell’aziendalista stia vivendo un momento di “transizione“, nel quale l’esigenza di ”far funzionare“ uno strumento viene vista dalle aziende come prioritaria, e non più strumentale, nel processo di definizione di una soluzione informativa, prima ancora che informatica, ad un problema prettamente economico aziendale.
Chi scrive ritiene quindi che un passo in avanti rispetto alla situazione descritta sia necessariamente legato alla possibilità che l’aziendalista colmi il divario informativo che si è venuto a creare tra sé e gli strumenti che quotidianamente vengono utilizzati per la gestione delle informazioni rilevanti nel proprio settore di competenza.
L’obiettivo che riteniamo prioritario non è quello in cui l’aziendalista si sostituisce al tecnico informatico, ma quello di diffondere le opportune conoscenze informatiche anche tra i professionisti del campo economico aziendale, al fine di agevolare la comunicazione con i tecnici (in particolare informatici) coinvolti nei diversi progetti che hanno un impatto sui sistemi informatici aziendali.
La possibilità di definire un protocollo di comunicazione efficace consentirebbe di ripristinare una corretta suddivisione delle mansioni, lasciando all’aziendalista il ruolo di “progettista” del sistema delle informazioni utilizzate per la soluzione del problema, ed all’informatico il ruolo di “tecnico”, responsabile della traduzione informatica degli obiettivi seguendo specifiche linee guida condivise.
Questo ampliarsi del punto di vista del professionista economico aziendale si immagina possa portare un risultato tanto semplice quanto fondamentale: rimettere al centro di un progetto che impatta sul “sistema azienda” l’informativa rilevante a livello economico aziendale e la modalità con la quale essa viene generata a partire da dati economicamente significativi, anziché lo strumento utilizzato per giungere a tale fine.
Questo ampliarsi del punto di vista del professionista economico aziendale si immagina possa portare un risultato tanto semplice quanto fondamentale: riportare il “fine” al centro del progetto, nel ruolo di guida strategica del “mezzo”.
Focalizzare la strategia su un valore informativo dei dati che sia rilevante a livello economico aziendale e la modalità con la quale essa viene generata, piuttosto che lo strumento utilizzato per giungere a tale fine.
Ciò ovviamente non vuole togliere importanza all’aspetto informatico, che rimane fondamentale nel momento in cui riesce a soddisfare due requisiti fondamentali: la soddisfazione delle esigenze aziendali nel raggiungimento di obiettivi rilevanti, e l’aderenza alle logiche degli attuali sistemi informatici in termini di fattibilità e performance.
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